Vuole
questo essere un articolo di denuncia e di protesta, un articolo che fa il
rumore che basta per scampanellare quanto oggi bisogna lottare per arrivare
sullo scaffale di una qualsiasi libreria. E' sempre troppo difficile riuscire
per un esordiente a salire la scalata per la pubblicazione di un proprio manoscritto,
oltre alla stesura e la revisione suddivisa in più volte del lavoro eseguito,
diventa veramente impensabile che qualcuno possa mettere luce e devozione per
la pubblicazione e la promozione dei giovani talentuosi.
Sembrerebbe
ormai un settore in declino quello dell'editoria, ma in realtà se questo
succede è per un circolo vizioso che mette sul piedistallo sempre le solite
case editrici con i loro ormai "vecchi" autori, praticano un "assolutismo capitale" occupando tutto il podio e negando
l'ingresso sul palco alle medie e piccole case editrici che di talenti ne
scoprono tanti, e pur facendo il proprio dovere, direi l'impossibile per pubblicare,
promuovere, organizzare stand per fiere nazionali ed internazionali, portano avanti una fatica stremante in cambio della poca luce che "i piani alti" gli
concede, tanto poca che al lettore non ne arriva nemmeno il riflesso.
Non
credo sia pertinente, sono del parere che tutti dovrebbero avere le stesse
possibilità, tutti gli autori, esordienti o meno, dovrebbero poter pubblicare e
promuovere quanto operato con le stesse dinamiche e tempistiche, invece anche
nell'editoria sembra approdare la legge del più forte, magari testi che pagano
fior di danaro per le pubblicità inutili, si vende per l'etichetta nonostante le scarse misure di conoscenza e per il sapore
del "va di moda… fa tendenza, ne ho sentito parlare".
Non vuole essere una polemica questa, ma uno scritto, un urlo di protesta contro un sistema bigotto che va abbattuto per dare spazio a tutti giovani e non; vuole essere un invito per tutti gli appassionati di lettura di seguire quanto più gratifica i propri interessi e di volgere la propria attenzione prima sulla vasta vetrina che nasconde tutti "gli esordienti" e le "anonime" ma vere e grandi case editrici, che fanno quanto possono, se non di più, nonostante la fatica e i continui ostacoli gli vengano posti durante il tentativo di portare a termine il proprio lavoro; credo sia doveroso da parte di tutti noi cittadini e lettori prendere una posizione di protesta affinché questo "sistema" di padronismo assoluto possa essere abbattuto e finalmente rivendicare chi cerca di realizzare le proprie ambizioni e chi fa per davvero il proprio dovere, sporcandosi le mani, faticando scrupolosamente e onestamente.
Sarebbe
bello poter leggere che tra i "best seller" non ci fossero più i
soliti e poco sorprendenti "grandi" della letteratura contemporanea, ma che si iniziassero a sentire quei nomi anonimi al popolo dei lettori con il logo delle medie e
piccole case editrici rese tali per un circolo vizioso che non da loro modo e
spazio sufficiente per affermarsi con il proprio operato.
Vincenzo
Monfregola